Ieri è mancato il grande fotografo bergamasco Pepi Merisio. Il suo lavoro, attraverso uno sguardo attento ed empatico, ha ampiamente documentato le trasformazioni della società italiana e il paesaggio del lavoro lombardo.
Nato a Caravaggio (BG) nel 1931, inizia giovanissimo a fotografare e si iscrive al circolo Fotografico Milanese. Nel 1958 gli viene concessa l’onorificenza di Artiste (AFIAP) della Federazione Internazionale. Nel 1956 avvia la sua collaborazione con il “Touring Club Italiano”ed altri editori e nel 1962 passa al professionismo. L’ambito ideale della poetica di Merisio è, insieme con la grande tradizione contadina e popolare della provincia italiana, anche il variegato mondo cattolico, nel 1964 infatti, “Epoca” pubblica il suo primo grande servizio “una giornata col Papa” avviando un lungo lavoro su Papa Paolo VI. Nello stesso anno gli viene assegnato il Premio Nazionale Italiano di Fotogiornalismo. Nel 1965 riceve il premio Giornalistico Internazionale di Genova e inizia l’attività espositiva con mostre personali. Dal 1966 pubblica una serie di libri fotografici. Nel 1988 viene nominato Maestro della Fotografia Italiana dalla FIAF che successivamente nel 2007 gli dedica il volume “Grandi autori”.
Particolarmente significative sono le numerose opere di documentazione etno-geografica e d’arte, le personali allestite in Italia e all’estero.
Nel 2010 la grande mostra “Ieri in Lombardia” per la Regione Lombardia nel Grattacielo Pirelli a Milano. Nel 2011 è invitato alla 54ª Biennale di Venezia.
L’Archivio di Etnografia e Storia Sociale di Regione Lombardia dispone di un fondo fotografico sulla sua opera e lavorerà costantemente per diffonderne il valore. In particolare si tratta di servizi fotografici incentrati sul mondo del lavoro minerario in Val di Scalve e sui magli della Valle Camonica e Valle Brembana.
Visita il fondo Giuseppe Merisio