La Transumanza è stata iscritta nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco.
Il parere è stato espresso all’unanimità l’11 dicembre 2019 durante il Comitato intergovernativo in corso a Bogotà, in Colombia.
La candidatura multinazionale capofilata dall’Italia, con Grecia e Austria, è stata coordinata a livello internazionale dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e ha visto il coinvolgimento delle comunità di pratica delle Regioni Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Lazio, Abbruzzo, Lombardia, con l’Associazione Pastori Transumanti Lombardi, le Province di Trento e Bolzano.
Regione Lombardia, attraverso l’Archivio di Etnografia e Storia Sociale – D.G. Autonomia e Cultura, ha iscritto nel 2011 la pratica della Transumanza in Lombardia nel suo Inventario del Patrimonio Immateriale – www.intangiblesearch.eu – con il coinvolgimento e il supporto dei pastori locali, delle comunità di pratica e dei ricercatori. E’ stata infatti la prima Regione in Italia a dotarsi di una legge, L.r. 27 del 2008 per la “Valorizzazione del Patrimonio Immateriale”, che riconosce questo patrimonio e attesta la volontà, a livello istituzionale, di valorizzarlo nelle sue diverse forme ed espressioni. La nuova legge di riordino normativo della Regione Lombardia del 7 ottobre 2016, n. 25 “Politiche regionali in materia culturale – Riordino normativo” riprende i contenuti legislativi negli artt. 13 e 22.
Regione Lombardia inoltre, ha supportato in questi anni numerosi progetti territoriali, anche sul tema della pastorizia vagante, attraverso Bandi dedicati alla salvaguardia del Patrimonio Immateriale.
Nell’ambito del progetto di cooperazione Alpine Space – “AlpFoodway” 2016-2019 sono state avviate nuove ricerche sulle malghe e gli alpeggi di Lombardia, in collaborazione con ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste). Le aree indagate sono le Valli del Bitto (Val Gerola e Val Lesina) in provincia di Sondrio e l’area della Valgrigna (tra Valle Camonica e Alta Val Trompia).
I risultati sono confluiti nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale.
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