La notte dei falò nella campagna milanese
Nella notte del 17 gennaio si riaccendono i tradizionali falò per festeggiare la ricorrenza liturgica di Sant’Antonio Abate! Un suggestivo gioco di luci e bagliori sprigionati dalle fiamme celebrano un rito millenario e propiziatorio legato alla figura di Sant’Antonio, patrono di macellai, salumieri, contadini e allevatori e protettore degli animali domestici. Molte le comunità che si radunano attorno a grandi pire di legna e sterpi che bruciano fino alla prime luci dell’alba in un clima di festa in cui si balla e si consumano vin brulè e dolci casalinghi.
In particolare numerosi saranno i falò che rischiareranno le notti della campagna milanese. Quella che si appresta a vivere la periferia di Milano sarà infatti una sorta di “fine settimana dei Falò di Sant’Antonio”, con un ricco programma anticipato il 12 gennaio in occasione del Convegno “La periferia dei Falò di Sant’Antonio”, 1° appuntamento del 3° ciclo “Periferia InConTra”, promosso da Consulta Periferie Milano, all’Urban Center di Milano. Il tema dell'ambiente periferico e delle sue potenzialità socio-culturali trova nelle cascine lombarde un modello virtuoso di convivenza e condivisione di valori in cui pratiche sociali e rituali emergono non solo come segni della “memoria” ma come vere e proprie occasioni contemporanee per riflettere e ristabilire contatti con le nostre eredità culturali. Sant’Antonio Abate è infatti una figura molto venerata nel milanese e fa parte della tradizione, nelle cascine ad Ovest di Milano, trarre auspici dal movimento della “barba” del santo, ovvero dalla fine sospensione di materiale incandescente che i contadini producono smuovendo con forche da fieno la brace del falò quando la fiamma viva del materiale combustibile si è spenta.
Non solo presso le aie delle cascine ma anche in alcuni parchi pubblici di Milano la ritualità dei falò vive con la tradizionale benedizione degli animali domestici a cui segue un lungo momento di festa spesso contaminato dall’introduzione di nuovi elementi come il consumo di vin brulè, frittelle, polenta… Anche la tecnica di costruzione della “pira” è stata oggetto di nuove interpretazioni. È il caso del metodo “falò scientifico” ideato anni fa da Ferruccio Vanzù (Associazione Amici Cascina Linterno) dove la catasta è costruita su una piattaforma aerea a quattro entrate, sotto la quale l'aria può affluire per un’ottimale combustione del legname soprastante. Non solo. A Muggiano, nel milanese, ogni anno la costruzione della pira cambia forma. I bancali e rami secchi che la compongono sono stati negli anni disposti in modo da formare un grosso cubo, una forma a panettone, una piramide ispirata alle costruzioni dei Maya e una torre a chiocciola…
Oltre ai falò milanesi sono decine gli appuntamenti in tutta la Lombardia soprattutto nelle province di Varese, Lodi e Monza Brianza, ma anche nell'alto mantovano dove l'accensione del “buriel” è diffusa con il rogo del feticcio della vecchia.
A Varese il Falò di Sant’Antonio può essere seguito attraverso il livebloggin: con la diretta blog il rito sembra entrare a tutti gli effetti nel palinsesto degli eventi più attesi dell’inverno, dimostrando il crescente bisogno di stabilire relazioni attraverso il recupero di ritualità culturali da promuovere e raccontare anche attraverso i social network (per partecipare, via twitter e Instagram, utilizzare l'hashtag #falovarese2015, le prime foto sono già su facebook.
Il Falò di Sant’Antonio è dunque un rito che incontra sempre più interesse, è espressione di un legame fra passato e futuro che ci ricorda la forte presenza agricola sul territorio lombardo, un gesto di vicinanza a chi lavora la terra!
Falò di Sant’Antonio a Milano è una iniziativa di Progetto “AgriCultura”
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