Cibo e identità locale
La pubblicazione ricostruisce il “modello” sul quale si basano alcuni casi di “cultura alimentare” dove la difesa e la valorizzazione del patrimonio legato ai sistemi agroalimentari locali tradizionali innesca processi virtuosi di rigenerazione comunitaria.
A partire da una ricerca sul campo ampia e approfondita, il libro presenta sei esperienze lombarde (ormai non più così isolate) come esempi paradigmatici di una rinascita di luoghi della Lombardia non omologati ai modelli dominanti. Luoghi che esprimono forme di “autogoverno” dei territori locali e una proiezione verso un futuro all'insegna di uno sviluppo autosostenibile.
L’asparago rosa di Mezzago (Mb), risorto a nuova vita, il grano saraceno autoctono di Teglio (So), la cui coltivazione è andata ri-estendendosi in tempi recenti. Il vigneto Pusterla/Capretti di Brescia, il più grande vigneto urbano d’Europa, risorto nel 2011 grazie all’impegno rinnovato della sua proprietaria; la ripresa della produzione del prestigioso mais “spinato”, il più antico della Lombardia. A Corna Imagna (Bg) la produzione, ormai quasi “clandestina”, del tradizionale “stracchino all’antica”, rivitalizzata grazie a una progettualità di rigenerazione comunitaria stimolata in prima persona dal Comune. E a Gerola Alta (So) il caso della “Casa del bitto”, espressione di una dura resistenza durata vent’anni dei produttori del “bitto storico” contro veri e propri attentati burocratici al metodo tradizionale di produzione.
Cibo e identità locale.
Sistemi agroalimentari e rigenerazione di comunità.Sei esperienze lombarde a confronto.
Autori: Michele Corti, Sergio De La Pierre, Stella Agostini
Edito da: Centro Studi Valle Imagna
Pagine: 526
Luogo di edizione: Sant'Omobono Terme (Bg)
Anno di edizione: 2015